Donne Incazzate -- Edizioni Il Foglio

Monday, June 19, 2006

Eugen Galasso su Donne Incazzate

Il titolo rende molto quanto detto nei racconti, compreso il simil-saggio di Dada Knorr. Scrittura di "genere" femminile, ma nel senso pieno della forza (fino appunto alla rabbia, al rancore, peraltro sempre spiegabile, delle donne in questione).
"Coppia perfetta" di Rossella Anelli, piacentina-milanese (perché lavora a Milano), poliglotta, linguista, autrice di un romanzo e di altri testi precedenti, ci mette di fronte al "ricordo rancoroso" di un'amicizia femminile che invece sbocca in altro. La costruzione della storia c'è, la psicologia dei personaggi anche, l'impossibilità del triangolo contro (contro?) la grande narrativa dell'Ottocento e del proto-Novecento anche, forse invece sarebbe da ri-considerare l'uso del gergo nell'ambito della narrazione dura.
Tutto à rebours "Piccolo sole" di Patrizia "Pralina" Diamante, da almeno quattro lustri protagonista del movimento libertario, maestra d'arte, pittrice, vignettista, scrittrice, già autrice del romanzo "L'ultimo colpo di Horst Fantazzini" e di vari altri testi. Qui il personaggio di un'anziana sciamana che ripercorre la propria vita setaccia efficacemente la condizione femminile, inscindibile dalla psicologia, in una cornice storica tratteggiata con capacità di documentazione e di rielaborazione della stessa. La polemica contro lo stalinismo, poi, risulta convincente.
Dada Knorr con "Il gesto di Ratzinger" ci propone uno stile e altro e alto, tra saggismo e giornalismo di ottimo livello, pamphlet, insomma, quello riscontrabile in quanto questi'nguaribile libertaria-anticlericale pubblica da sempre. La vanità maschile, certo, ritrovata in Ratzinger, ma anche nei politici dell'antipolitica (crollo di ogni ideale, non solo delle ideologie) dell'oggi. Forse, unico appunto, sarebbe da esaminare come la macchina da guerra della teologia morale cattolica dominante (che ce c'è anche un'altra), sessuofobica ma anche e soprattutto maschilista, si svolga a favore della repressione di ogni omosessualità, ritorcendosi come un boomerang verso il cristiano, ma in specie il cattolico gay.
Brillantissimo ed efficacissimo il racconto "Singolavventura" della giovane (ventisettenne) Eliselle, già autrice di due romanzi. Singolavventura è quasi tutto costruito, ma con rara sapienza, sul discorso diretto, senza teatralismi, ma con rara capacità di cogliere la psicologia maschile, senza far trapelare le riflessioni se non "dallo spioncino", obliquamente. Stile e produzione di senso si fondono qui perfettamente.
"Io ho più palle degli uomini" di Monica De Steinkuehl, forlivese ma di origini anche trientino-asburgiche (quasi tutte le autrici si collocano nel Centro-Nord, Eliselle è emiliana, Diamante romagnola-fiorentina), poetessa affermata, scrive qualcosa che dimostra sicuramente (ma vale anche per le altre autrici del libro) la verità dell'assunto-titolo-emblema. Stilisticamente, però, la De Steinkuehl, più abituata alla scrittura poetica, rischia di sopravvalutare il peso della paratassi (solo proposizioni principali e brevi) totale del "chattare". Talora qualche riassunto - qualche contrazione della narrazione avrebbe giovato.

Eugen Galasso

Articolo tratto da "Cenerentola" quindicinale libertario n° 81 - 5 / 18 giugno

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